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Vedere un film di Gray è un'esperienza coinvolgente perchè pochi come lui sanno utilizzare gli stilemi di un racconto classico per raccontare storie che vanno in profondità e nelle quali la psicologia dei personaggi è ben più importante dell'ambientazione che li avvolge. Il regista è classico pure nei modelli che si sceglie: tra Achab, Apocalypse Now, 2001: Odissea nello spazio, tragedia greca qui c'è solo da scegliere per identificare le matrici di questa ricerca del padre che è anche una ricerca di se stessi. Il padre sta dalle parti di Nettuno per una ricerca di intelligenze aliene che però sta mettendo in pericolo la vita sulla Terra (technobabble): il figlio è mandato a fermarlo e dopo su tappe su Luna (un far west) e Marte (militarizzato) arriva al faccia a faccia. La realtà sostituisce l'immaginazione, la responsabilità personale è quella che conta (entrambi perdono per colpa od omissione i compagni di viaggio): neppure il lieto fine forzato - dalla produzione, pare - riesce a rovinare la sensazione di smarrimento. Malgrado le meravigliose immagini spaziali (Hoyte Van Hoytema) e l'ottima e minimale colonna sonora (Max Richter), è probabile che il film deluda (annoi) chi è alla ricerca di fantascienza pura: per gli altri - malgrado le imperfezioni - resta un'esperienza che vale la pena fare.

3 years, 5 months ago

catcarlo rated Ad Astra

 Ad Astra 7/10

3 years, 5 months ago

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I documentari sugli artisti defunti sono spesso tristi, specie se il decesso è avvenuto in giovane età, ma questo è disperante in maniera quasi insopportabile. Se non piangi, di che pianger suoli? (cit.)

3 years, 5 months ago

catcarlo rated Janis: Little Girl Blue

 Janis: Little Girl Blue 7/10

3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

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Allen dà qui sfogo alla sua turpe voglia rivisitando due monumenti dell'opera di Ingmar Bergman: se il protagonista si chiama Bloch e ha a che fare con la morte, è 'Il posto delle fragole' a dominare la scena: il protagonista viaggia verso un premio in improbabile compagnia e rivede la propria esistenza, assiste dal di fuori a confessioni altrui, può ripensarsi avvicinandosi a un curioso aldilà. E' peraltro una reinvenzione devota quanto personale con l'ambiente ebraico niuiorchese ad avere moltissimo peso e un protagonista che pare ispirarsi a Philip Roth: egiosta e ipocondriaco, francamente insopportabile, Harry riessce incredibilmente a farsi amare da donne di cui è incapace di ricambiare il sentimento. L'altro centro di attenzione è il suo essere uno scrittore di successo, ma in crisi: la difficolta della creazione in chi solo nella scrittura si sente a proprio agio è il fulcro di una vicenda in cui il confine tra realtà e finzione si fa sempre più labile col passare dei minuti. La dimensione onirica aggiunge instabilità a una narrazione che è spezzata come il suo protagonista: qualche passaggio non proprio riuscito (uno su tutti il luna-park) è compensato da alcuni momenti davvero indovinati.

3 years, 5 months ago

catcarlo rated Deconstructing Harry

 Deconstructing Harry 7/10

3 years, 5 months ago

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Ricostruendo la feroce ascesa criminale di un tre ragazzi di periferia, tra intrecci pericolosi (la mafia) e inconfessabili (l'eversione nera, lo Stato), il film racconta al contempo quindici anni di storia italiana. Bilanciando la cronaca con l'evoluzione della vicenda, Placido firma un lavoro che scorre senza intoppi per la sua abbondante durata (due ore e mezza): la caratterizzazione dei personaggi è accurata e ognuno domina il terzo di storia che gli è dedicata, seguendo in questo lo schema del libro di De Cataldo. Libro che comunque è migliore della trasposizione che, oltre ai pregi, ha come principale difetto di adagiarsi a tratti in una scansione temporale un po' televisiva, tanto che viene da chiedersi quale sarebbe stato il risultato se il film fosse stato diretto da Stefano Sollima come la serie.

3 years, 5 months ago

catcarlo rated Romanzo criminale

 Romanzo criminale 7/10

3 years, 5 months ago

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C'è già tutto Sorrentino in questo suo secondo film: il racconto per sottrazione, i grandi silenzi spezzati da poche frasi apodittiche, i sinuosi movimenti di macchina, una dedizione inscalfibile al piano sequenza (e la sempre bella fotografia di Luca Bigazzi). C'è anche un certo disinteresse per la storia, così che la forma regna sovrana e fa dimenticare che la sostanza non è all'altezza (la trama, di per sè, è quasi risibile): è il modo di narrare che qui conta ed è davvero ammirevole tanto che il tempo scorre inavvertito malgrado a lungo i movimenti dei personaggi siano davvero minimi. C'è pure molto Servillo nel disegnare il protagonista Titta Di Girolamo, un uomo completamente vuoto (svuotato) che sconta in un albergo svizzero un vecchio sgarro alla mafia: una vita cristallizzata che si incrina per i begli occhi di Sofia prendendo una direzione inattesa, più subita che voluta.

3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

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L'impressione che sia fatto con la mano sinistra è forte: tutto quel copia-e-incolla dagli altri film con Doinel (ma anche da 'Effetto notte') finisce per risultare fastidioso visto che arriva a quasi un terzo dells striminzita durata. Però così esce di scena Antoine Doinel - era ora, si potrebbe anche dire - e, malgrado il macroscopico difetto di cui sopra, lo fa con un film romantico e piacione che soddisfa con brio grazie al tono lieve del racconto: il protagonista rimbalza confuso tra quattro donne inventandosene di ogni e trovandosi come sempre nell'impossibilità di andare oltre al proprio egoismo.

3 years, 5 months ago

catcarlo rated Love on the Run

 Love on the Run 7/10

3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

catcarlo rated The Wild Goose Lake

 The Wild Goose Lake 7/10

3 years, 5 months ago

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La versione al femminile di 'Jules e Jim' vede Truffaut impegnato a costruire un appassionato melodramma in costume la cui efficacia neppure i difetti riescono a smorzare. Eppure, oltre alla petulante invadenza della voce fuori campo, il problema vero è addirittura l'interprete principale: malgrado ciò (dire che Léaud pare spesso spaesato è un complimento), il racconto veleggia sicuro sui sinuosi movimenti della cinepresa di Néstor Almendros che sfrutta al massimo la selvaggia costa del Galles, ma non è da meno negli spazi stretti - specie in quelli della casa delle ragazze sulla scogliera. Il commento musicale di Georges Delerue si affianca nel modo più indovinato possibile e, tra un momento smodatamente intenso e l'altro fino al culmine dell'ultima notte, c'è il rischio di inondare un mare di fazzoletti.

3 years, 5 months ago

catcarlo rated Two English Girls

 Two English Girls 8/10

3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

catcarlo rated Lady Macbeth

 Lady Macbeth 7/10

3 years, 5 months ago

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Cacciato dall'esercito perchè palesemente inadatto, Antoine finisce a fare l'investigatore privato e così entra tra le commesse di un negozio di scarpe e si invaghisce della padrona: tutto un frullatore che gli fa mettere in secondo piano l'amore di e per Christine. La dolce e imbranata educazione sentimentale di Antoine Doinel sa farsi amare a ogni età. Lieve e sorridente è uno degli apici dimenticati di Truffaut che disegna una commedia sentimentale dagli accurati incastri che di quando in quando si diverte con solo all'apparenza incongrui tocchi slapstick (per esempio la scena del pedinamento). Cosa resta dei nostri amori?

3 years, 5 months ago

catcarlo rated The Soft Skin

 The Soft Skin 8/10

3 years, 5 months ago

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Sono molte le critiche che gli vengono rivolte e, a mente fredda, hanno più o meno tutte un fondamento: i personaggi, a parte Jules, non sono molto sfaccettati; la seconda parte è appesantita da momenti qua lenti e là superflui; i protagonisti sono autoreferenziali e di un sentimentalismo che può far pensare alla soap-opera. Eppure questo inno all'amicizia, all'amore e alla pazzia resta meraviglioso perchè trascina lo spettatore nella giostra di tre figure - di cui la più importante è Catherine anche se non figura nel titolo - semplicemente irresistibili: Truffaut li mette in scena trattandoli con affetto e sensibile intimità - e ribaltando a proprio favore anche alcuni dei difetti di cui sopra - in un racconto mosso in cadenze quasi danzanti sulla scorta dell'appassionante fotografia di Raoul Coutard.

3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

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3 years, 5 months ago

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Poderoso drammone - non poteva essere che russo - che si interroga sulle conseguenze scaraventate dalla guerra sulla vita delle donne: quante di loro hanno attraversato esperienze come quelle delle protagoniste o della moglie di Stepan? I combattimenti sono finiti, ma la vita è dura nella Leningrado sfinita dall'assedio: lì si riallaccia il rapporto di Iya e Masha conosciutesi al fronte e unite da un legame intenso che si sovrappone al desiderio della seconda di essere di nuovo madre. Ne esce il cesellato racconto di un amore negato (di molti amori, a dire il vero, tutti senza speranza) che dilata i tempi e i dialoghi - Tarkovskij fa capolino in molte scene - avvolte in una fotografia dai colori caldi in cui spiccano l'insistenza sul rosso e - soprattutto - sul verde.

3 years, 6 months ago

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Le Quattro Stagioni di Rohmer si chiudono in leggerezza con una commedia in crescendo che è un'ode all'amicizia (femminile, ovviamente). I maneggi per maritare una bisbetica di mezza età sono condotti con ritmo lieve e un'attenzione maggiore alla storia rispetto agli episodi precedenti: che nell'impresa riesca l'amica di sempre e non la ragazza pur affezionata è quasi inevitabile, anche se l'ultimo sguardo della donna lascia intendere che anche per lei qualcosa è cambiato. Ambientazione diversa (i vigneti della valle del Rodano), ma disegno dei personaggi come di consueto accurato attraverso i dialoghi fitti e la semplicità del quotidiano: l'avvio è un po' rigido, ma col passare dei minuti la storia sprigiona un benefico calore.

3 years, 6 months ago

catcarlo rated Autumn Tale

 Autumn Tale 8/10

3 years, 6 months ago